giovedì 12 marzo 2015

Ritorna Cattedrale segreta

Avete mai pensato che la Cattedrale celasse ancora angoli inaccessibili e nascosti? Lo potrete scoprire con questo itinerario, un percorso ascendente, suggestivo e ricco di storia, che dal Museo Diocesano - Chiostro di San Lorenzo vi condurrà sino alle torri della Cattedrale, permettendovi di scoprire e ammirare spazi solitamente inaccessibili del Duomo, cuore del centro storico genovese.

Sabato 14 e 21 marzo 2015 alle 15.30 si inaugura un nuovo ciclo dell’apprezzatissimo ciclo di visite guidate alla scoperta del complesso monumentale della Cattedrale di San Lorenzo, partendo dal Chiostro medioevale, sede del Museo Diocesano e scoprendo ambienti normalmente chiusi al pubblico, come il Coro cinquecentesco, il Battistero e le torri della facciata, salendo fino alla torre loggiata.
Capolavori inaspettati, che trascrivono nella materia la storia della chiesa più importante di Genova: come il Battistero, suggestivo edificio un tempo a sé stante e oggi parte della Cattedrale stessa, restituito recentemente alla città dopo un accurato restauro; il Coro ligneo, posto dietro l’Altare maggiore, capolavoro cinquecentesco dell’arte della tarsia lignea e opera di diversi maestri. Vi è riportato un “racconto su legno” della vita di Gesù e dei Santi Lorenzo e Giovanni Battista, rispettivamente titolare della Cattedrale e patrono della città di Genova. Il percorso si concluderà in ascesa sulla sommità del Duomo, verso la Torre minore coronata dalla Loggetta realizzata da Giovanni da Gandria nel 1445, per vedere una Genova a 50 metri d’ altezza inedita e fino a poco tempo fa inaccessibile.

Su prenotazione, fino a esaurimento dei posti disponibili al tel. 010.2475127 (dal lunedì al sabato dalle 15 alle 19). Ingresso intero € 10, ridotto per bambini (5-11 anni) e Card Cittadino € 8. Le visite guidate sono a cura di Arti&Mestieri.

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Tra fantasia e letteratura: le Tentazioni di sant’Antonio

Sabato 14 marzo 2015, ore 17.30,  nell'ambito delle visite tematiche di approfondimento proposte dal personale specializzato della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola e riservate ai possessori del biglietto di ingresso del Museo.
A cura di Hilda Ricaldone
Prenotazioni al n. 010.2705300

Un’occasione unica per conoscere le Tentazioni di sant’Antonio, opera già attribuita a Breughel il Giovane, esposta solo temporaneamente grazie alla generosità del suo attuale proprietario. La tavola, realizzata all’inizio del Cinquecento, descrive le visioni inquietanti del santo, con animali e oggetti fantastici che si mescolano a personaggi bizzarri in una processione surreale, tanto che lo scrittore francese Gustave Flaubert ne trasse ispirazione per il suo romanzo più tormentato. L’approfondimento cercherà di svelare anche come siano stati diversi pittori a realizzare questo capolavoro.


Prossimo appuntamento: Giovedì 19 marzo, Forza e mito in Gregorio De Ferrari


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mercoledì 11 marzo 2015

Da Kirchner a Nolde. Espressionismo tedesco 1905-1913

L’uomo è una corda tesa tra la bestia e l’uomo nuovo, una corda che attraversa un abisso…
la grandezza dell’uomo sta nel suo essere un ponte, non un fine”  Nietzsche

Dal 5 marzo al 12 luglio 2015 Palazzo Ducale di Genova presenta in collaborazione con il Brücke Museum di Berlino una rassegna sulla nascita dell’Espressionismo Tedesco, curata da Magdalena Moeller, direttrice del Brucke Museum di Berlino.
Il termine Espressionismo Tedesco deve la sua origine principalmente alla fondazione del movimento Die Brücke (“Il Ponte”) da parte di Fritz Bleyl (1880-1966), Erich Heckel (1883-1970), Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938), Karl Schmidt-Rottluff (1884-1976) a Dresda il 7 giugno 1905. Lo scopo di questi artisti è quello di gettare un ponte tra la pittura classica neoromantica e un nuovo stile che si definirà in seguito come “espressionismo”.
In mostra oltre 150 opere tra dipinti, stampe e disegni dei fondatori del gruppo, tutte provenienti dal Museo berlinese a documentare una rivoluzione artistica, nel fermento che porterà l’Europa alla Grande Guerra del 15-18 di cui quest’anno si ricordano i cento anni.

L’espressionismo tedesco nasce dal vissuto degli artisti, è la ricerca del soggettivo nella realtà che li circonda. Le metropoli, la vita di strada, il circo, stimolano riflessioni sulla solitudine dell’uomo, sull’alienazione dell’individuo, sull’immoralità. Il segno incisivo – utilizzato ad esempio da Kirchner nel suo Nudo disteso davanti allo specchio del 1909 – e la gamma cromatica acida e accentuata divengono tratti distintivi di questo movimento. Se gli impressionisti cercavano di fissare un’impressione sulle loro tele, e si dedicavano alla realtà esteriore, l’espressionismo si dedica all’emozione, alla sensualità, al raggiungimento di una espressione efficace, capace di stimolare, impressionare, coinvolgere lo spettatore.
 Il movimento (costituitosi nel 1905 contemporaneamente – non casualmente – a quello dei Fauves francesi) esprime temi come il disagio esistenziale, l’angoscia, la critica all’ipocrisia della società borghese. Munch e Ensor sono fonte d’ispirazione per gli esponenti del movimento: da essi si assume l’idea del grido interiore che porta in superficie il dolore degli artisti. Gli autori del Der Blaue Reiter (Monaco di Baviera, 1911) elaborano il concetto, portandolo ad una svolta: l’espressione interiore diventa il motore fondamentale, tale da portare talvolta al totale rifiuto dalla realtà. Questa visione getta le basi per la nascita dell’astrattismo, del quale Vasilij Kandinskij sarà il padre.
La loro forma grafica espressiva era essenziale e alquanto semplificata. I loro modelli principali furono Van Gogh, Gauguin, Rousseau, Munch, Matisse, ma anche le figurazioni sintetiche dell’arte primitiva – conosciuta al Museo Etnografico di Dresda – nonché le deformazioni espressive e le stilizzazioni dell’antica tradizione gotica tedesca. La pittura di “Die Brücke” si caratterizza per l’alterazione dello spazio e della prospettiva, la definizione di contorni netti e taglienti, spesso evidenziati da tratti di nero e l’impiego di tinte forti e contrastanti. Nelle composizioni domina spesso la figura umana, sotto forma di nudo, e compaiono altresì paesaggi, scene cittadine, interni.
 Dei nudi, tutti accomunati da un’indistinta sensazione di pietà per un’umanità piegata e affaticata dalla spossatezza dell’esistere, risalta la tela di Ernst Ludwig Kirchner Nudo femminile di schiena con specchio e figura maschile del 1912, dove si percepisce fra le figure anche lo spettro divoratore dell’uomo che è la città: la sofferenza dell’essere si insinua fra le sue vie e i suoi vicoli, toglie il fiato con la sua frenesia, lascia storditi e apatici. I tratti dei nudi, specialmente quelli di Kirchner appaiono intrappolati fra la rigorosità delle linee e le tensioni dei piani mentre la cromia intensifica la forza espressiva dell’opera in sé.
Un aspetto fondamentale della loro attività fu la produzione grafica, di cui diventarono maestri, specie nella pratica della xilografia. Importantissimi a questo riguardo i lavori di Kirchner, Heckel , Pechstein e Schmidt-Rottluff. Per Kirchner è cruciale il lavoro di grafica, scriverà nel 1921: “la volontà che spinge l’artista verso l’opera grafica è forse in parte il desiderio di plasmare e fissare definitivamente la forma, originariamente libera, del disegno”. Possiamo dire che la produzione xilografica della “Brucke” può essere considerata a pieno titolo una componente essenziale dell’arte germanica del XX secolo. In mostra troviamo diverse stampe artistiche di Brucke, tra queste l’imponente xilografia a colori di Kirchner Bagnanti fra le rocce bianche del 1912, quella in nero e giallo di Heckel Due donne del 1909, le Barche a vela di Pechstein, gli Abeti di Schmidt-Rotluff dove tutto diventa segno espressivo di grandezza interiore e i piani bianchi e neri si scontrano con violenza e brutalità nella composizione austera.
La mostra spazia da olii su tela e su cartone a tempere, incisioni su legno, carboncini, pastelli e acquerelli su carta, litografie e acqueforti. Di Kirchner, pittore di punta del movimento, sono in mostra numerosi dipinti, come Artista-Marcella del 1910, Nudo che si pettina del 1913, l’Autoritratto del 1914, ma anche acquarelli pastelli e disegni raffiguranti contesti urbani, come Scene di Strada datato 1913-1914, All’angolo di Uhlandstrasse di Berlino e Wittenbergplatz Berlino, entrambe del 1915, dove vengono raffigurate strade, piazze, sempre filtrate dalla lente deformante della polemica sociale. In mostra troveremo anche le immagini – di una modernità sconvolgente per l’epoca – dello studio in cui si riuniva il gruppo, e in cui tanti capolavori furono dipinti.
Gli altri artisti del movimento sono cosi rappresentati in mostra: la pittura di Erich Heckel, inizialmente composta da linee spezzate e da un inquietante afrore orientale come in Ragazza che suona il liuto, e poi da un disegno sommario e colori stridenti, lo vediamo in Cisterna a forma di torre del 1910, e tuttavia capace anche di un lirismo più armonioso, come in Giovane uomo e ragazza del 1909; i quadri dal colore ricco e modulato di Max Pechstein, come La maglia gialla e nera, Bosco nei pressi di Moritzburg, Coppia distesa o La danza, rivelano un’interpretazione meno accesa e violenta rispetto alla poetica espressionista. E ancora Karl Schmidt-Rottluff che si dedicata a ritratti, straordinari Ragazza intenta nella toilette e Donna pensierosa entrambi del 1912, e paesaggi dalle eco impressioniste, come Frontone rosso del 1911, anche se poi l’interesse per la litografia lo portò verso rappresentazioni dalle forme sintetiche e spigolose come vediamo nelle incisioni Marito e moglie o Cortigiane dopo il bagno.
   Emil Nolde arriva infine a una pittura caricaturale della figura umana, aspetto che appare evidente nelle Villeggianti del 1911 mentre nelle Due figure esotiche del 1912 il rozzo intaglio discende dalla scultura primitiva africana, eppure un artista capace anche di grande raffinatezza nella tempesta di colori, Tronchi bianchi e La casa della famiglia Jager ad Alsen dipinti che più di altri si prestano a fare da portavoce al movimento dell’Espressionismo come sintesi di nuove prospettive artistiche. Nolde anticipa i pittori del primo dopoguerra e rimane, con Kirchner, “l’artista del gruppo” più coerente e vicino alla poetica espressionista.
La “Brucke” si sciolse nel maggio del 1913, a causa di contrasti originati dal testo scritto da Kirchner per la Cronick del Brucke – una Cronaca, destinata a tutti i membri passivi della Brucke, che doveva contenere stampe a mano e foto delle opere dei fondatori del gruppo. Heckel spiegò più tardi che il testo non corrispondeva più all’idea di rifiuto di un programma artistico e dunque decisero di non pubblicare e di restituire ad ognuno le stampe e le foto.
Negli anni della guerra alcuni espressionisti guardano al grande conflitto come alla possibilità di un nuovo ordine sociale. Una guerra mondiale può essere il colpo di spugna da loro desiderato per far nascere un nuovo stile di vita: si auspica la purificazione dell’Europa, il tramonto di tutte le antiche strutture di potere. Molti artisti, animati da questi principi, si arruolano e combattono al fronte come volontari, ma il risultato è quello di prender coscienza degli orrori della guerra, che sconvolge al punto di portare molti di loro ad abbandonare la pittura. In altri casi, la guerra diventa contemporaneamente fonte di ispirazione, incubo, ossessione.
Dopo la guerra l’espressionismo tedesco si trasforma, assumendo connotazioni esasperatamente realistiche che si spingono fino all’estrema durezza, alla brutalità, alla rappresentazione dell’orripilante con artisti in grande debito verso i pittori del Brucke come Otto Dix (1891-1969), Max Beckmann (1884-1950) e George Grosz (1893-1959).
L’esposizione di Palazzo Ducale documenta dunque la varia creatività artistica all’interno di questo gruppo rivoluzionario che riportò l’arte tedesca sulla scena internazionale a un livello qualitativo pari a quello delle opere dei fauves, dei cubisti o ancora, dei futuristi italiani.
La mostra è organizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura in collaborazione con il Brücke-Museum di Berlino e prodotta da MondoMostre Skira.

Maggiori informazioni su:

domenica 8 marzo 2015

Appuntamenti alla Biblioteca Universitaria di Genova


Mercoledì 11 marzo 2015 alle ore 16,30
"DIMMI COSA MANGI E TI DIRO'...."
Incontro con Rosanna Zanini
Da quando è nata la vita sulla terra, ogni essere vivente ha selezionato per sé il cibo più adatto non solo alla sua sopravvivenza ma alla continuazione della sua specie, e l'uomo non fa eccezione....
Un viaggio appassionante storico antropologico nutrizionale sull'alimentazione umana come conquista di libertà nello spazio e nel tempo!
La dottoressa ROSANNA ZANINI, Medico Infettivologo, Psicoterapeuta, Omeopata, Agopuntore e Medico Ayurvedico, iniziata dalla Macrobiotica, studia da 40 anni l'Alimentazione Alternativa.

Sabato 14 marzo 2015 alle ore 17,30
I'M NOBODY! WHO ARE YOU?
IO SONO NESSUNO! TU CHI SEI?
recital di poesia di Silvio Raffo su una scelta di testi di Emily Dickinson
da lui tradotti per il Meridiano Mondadori
Per la rassegna di poesia Genova-Voci

Dickinson Emily Tutte le poesie, Milano, Mondadori, 1997
Dalla recensione di  P.Amalfitano, 'Indice 1998, n. 6 :
“Millesettecentosettantacinque poesie di Emily Dickinson: il canzoniere completo, in edizione bilingue, della poetessa americana è ora a disposizione del lettore italiano.
Destino strano quello della Dickinson e anche quello delle sue poesie. Un'esistenza vissuta in un perimetro estremamente circoscritto - la casa di Amherst nel Massachusetts come unico scenario, le intricate relazioni familiari come orizzonte affettivo, il mondo esterno evitato, filtrato, vagheggiato - cui corrisponde un'opera segreta, febbrile, accumulata negli anni, che solo dopo la sua morte inizia a essere pubblicata e riconosciuta ("Publication - is the Auction / Of the Mind of Man - / Poverty - be justifying / For so a foul a thing", "Pubblicare - è la vendita all'asta / della mente dell'uomo - / Un atto così vile forse solo / la povertà lo può giustificare -", n. 709). Affermazione lenta, difficile, inizialmente affidata ad amici e parenti, a partire dal 1890. Poi il successo, le molte edizioni parziali e spesso poco rigorose. Infine nel 1955 l'edizione critica a cura di T.H. Johnson; e, per quanto riguarda l'Italia, una fortuna progressiva negli ultimi trent'anni. Destino il suo che trova forse spiegazione all'interno dei testi in due tendenze opposte e complementari: di essere in anticipo e in ritardo sul suo tempo, rivolta con una faccia al futuro e una al passato, inattuale. […]
L'edizione dei "Meridiani" è curata e introdotta con grande competenza e completezza da Marisa Bulgheroni. Dal saggio ricco ed evocativo che apre il volume e dalla appassionante ricostruzione della biografia della Dickinson emerge il tessuto fitto di relazioni personali ed epistolari che - insieme ai libri da lei amati - costituiscono l'unico accesso possibile alla sua poesia. Le traduzioni dell'"opera omnia" sono di Silvio Raffo (1174 poesie), Margherita Guidacci (392 poesie), Nadia Campana (27 poesie) e Massimo Bacigalupo (185 poesie), cui va anche il merito di una revisione complessiva molto accurata di tutti i testi tradotti che dà all'insieme l'unità stilistica presente nell'originale.
A queste si aggiungono, nuove o ripubblicate, alcune traduzioni, preziose per i raffronti e per le scelte operate dagli autori, di alcuni poeti italiani: Cristina Campo, Cima e Montale, Giudici, Luzi, Montale, Rosselli.”

Silvio Raffo, docente di Letterature comparate in più atenei, narratore, poeta, drammaturgo, è il traduttore italiano più prolifico di poesia femminile. Al suo attivo, oltre a 1400 testi di Emily Dickinson, è la produzione poetica di otto poetesse angloamericane: le sorelle Bronte, Edna St.Vincent-Millay, Dorothy Parker, Christina Rossetti, Wendy Cope, Sara Teasdale. Ha scritto dieci romanzi e dieci volumi di liriche, vincendo i più prestigiosi premi, dal Cardarelli al Gozzano al Montale. Dirige a Varese il centro di Cultura creativa "La Piccola Fenice" e ha fondato il Premio Guido Morselli per romanzi inediti. Collabora a trasmissioni radiofoniche e televisive per la diffusione della poesia, ha curato antologie e saggi critici per Mondadori, Le Lettere, Newton Compton, Book editore.

Lunedì 16 marzo 2015 alle ore 17,30
La direttrice della Biblioteca Universitaria di Genova,  Cetta Petrollo Pagliarani
è lieta di invitare all'incontro con 
Guido Caserza
Introduce Marco Berisso, Università di Genova
Per la rassegna di poesia Genova-Voci

Guido Caserza. Nato a Genova nel 1960. I suoi libri in prosa sono In un cielo d’amore, Zona, 2003, Vera vita di Gesù,  Oèdipus 2005, Fiabe a serramanico, d’if 2007, Apocalissi  tascabile, Oèdipus 2012, Storia della mia infanzia ai tempi di Silvio Berlusconi (romanzo), Zona 2012, Primo romanzo morto, Ad est dell’equatore 2013.
In versi ha pubblicato Allegoriche, Oèdipus, 2001, Malebolge Oèdipus 2006, Priscilla (poesie), Oèdipus 2008, Flatus vocis, Puntoacapo editrice 2013.

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