martedì 17 luglio 2012

La Cattedrale raccontata. Visita spettacolo con gioco

Sabato 21 luglio appuntamento serale nel Museo Diocesano di Genova per la visita spettacolo “La Cattedrale raccontata”, che dal Chiostro del Duomo condurrà, fra narrazioni, musica e danze, fino alla torre loggiata posta in facciata, per godere del panorama di Genova notturna. Filo conduttore dell’itinerario, a metà strada fra la visita guidata e lo spettacolo itinerante, è la storia della Cattedrale, cuore del centro storico cittadino e attorno alla quale, nei secoli, si sono sviluppate le vicende della città e dei suoi abitanti.
Lo spettacolo inizia nel Chiostro medievale: qui si svolgerà una Danza Macabra di grande impatto emotivo, pretesto per far rivivere alcuni grandi personaggi genovesi del passato che reciteranno ciascuno un indovinello: i visitatori saranno così invitati a risolvere gli enigmi per ricevere un premio-ricordo!
La tappa successiva si svolgerà in esterno, dove un gruppo di pellegrini di fine Duecento narrerà la commozione provata nel giungere nella città di Genova e nello scorgere, per la prima volta, le meraviglie della Cattedrale, descrivendola così come sarebbe apparsa in quell’epoca.
Il gruppo dei visitatori entrerà quindi in Cattedrale e salirà alla Tribuna del Doge, ampia balconata aperta sulla navata centrale e posta appena sotto il rosone policromo, dove toccherà ad un gruppo di nobildonne genovesi narrare la loro particolarissima vicenda: la poco conosciuta “crociata delle dame”, che a inizio Trecento si fecero forgiare spade, elmi e corazze per partire anch’esse alla volta della Terrasanta.
Preso il fiato e percorso l’ultimo tratto di scala a chiocciola, il gruppo giungerà infine all’aperto sul tetto del Duomo per sostare sulla loggia della torre di facciata, dove lo aspetta l’ultimo, grande personaggio genovese: Iacopo da Varagine, vescovo genovese del Duecento, che scrisse per i posteri un’interessante “Cronaca di Genova” e che ci narrerà una delle esperienze più scioccanti del suo vescovato: la guerra civile del 1295, in cui i genovesi giunsero a dar fuoco alla Cattedrale stessa.
A cura di Arti&Mestieri e Ianua temporis. Regia di Fabrizio Giacomazzi (Studio Associato Attori). Interventi musicali di Andrea Facco. Con la partecipazione del Gruppo storico culturale Sextum. Costumi di Gabriella Lussana. Service VTA.
Sabato 21 luglio 2012 alle ore 21 e alle ore 22.30. Apertura della biglietteria alle ore 20.30. Ingresso € 12,00, ridotto € 10,00, ragazzi (5-14 anni) € 6,00. Prenotazioni presso la biglietteria Museo Diocesano, via T. Reggio 20ra Genova. Tel. 0102541250 - info@museodiocesanogenova.it

Per maggiori informazioni:
http://www.diocesi.genova.it/museodiocesano
http://www.ianuatemporis.it/

lunedì 16 luglio 2012

"Algun dia hemos de llegar... Despues sabremos adonde". Mostra di Veronica Fonzo e Flavia Robalo

Fino al 25 settembre il Galata Museo del Mare ospita la mostra "Algun dia hemos de llegar... despues sabremos adonde", ventuno sculture e tredici pitture sul tema del viaggio come ricerca di Veronica Fonzo e Flavia Robalo. Le due artiste argentine, figlie di emigranti ed emigrate a loro volta in Italia per imparare a lavorare le tecniche scultoree e pittoriche, assemblano materiali - terra, legno, marmo, ferro -  per raccontare attraverso le opere i cammini intrapresi, gli odori respirati, le acque solcate nel viaggio della loro vita.

Una mostra che, come sottolinea Antonio Trotta artista italo - argentino autore del testo critico, consente di avere una visione positiva delle migrazioni che la storia e la letteratura ci offre. 
Il viaggio come ricerca, come illusione che sull'altra sponda ci sia un paradiso perduto: solo strada facendo si va costruendo il senso della vita. Così, attraversando cieli, mari e terre, i personaggi di Veronica Fonzo e Flavia Robalo percorrono e vivono una migrazione acquisita e sacralizzata. Immagini che ricordano andature migratorie, atmosfere che spingono a lasciarsi sommergere da mondi nuovi: "se dobbiamo salvarci o no, a questo nessuno può rispondere; bisogna tirar dritto là dove si nasconde il sole; un giorno arriveremo...poi sapremo dove" (tratto dal poema epico argentino Martin Fierro scritto da José Hernández).
  
Testo critico a cura di Antonio Trotta, artista italo argentino per L'arte giugno 2012 
“Anche se oggi sembrerebbe impossibile, ci sono state migrazioni felici. Dal concetto rovesciato del Gaucho, Martin Fierro che parla di arrivare non di partire ci si accorge d'essere nell'altro emisfero, qui non avrebbero senso le sentite parole del Nobel Saint J.Perse sull'esilio : "Straniero su tutti i lidi del mondo, senza udienza ne testimone, ospite precario a i bordi delle citta, tu non varcherai la soglia dei Lloyds dove la tua parola non ha corso e la tua moneta e senza titolo."

Soltanto in Argentina che conosceva bene,  De Amicis poteva ambientare  l'odissea del bambino Genovese del libro Cuore che parte da solo per trovare sua madre,  con un significativo indirizzo in tasca: De Las Artes 175. Soltanto li poteva essere rispettato, ascoltato, protetto ed aiutato. Genovesi come lui colorarono il porto della Boca, fabbricarono case con le lamiere dei containers divenuto in poco tempo il luogo più approdato e transitato da tutte le razze del mondo .  Dice il marinaio arrivato con la sua barca carbonaia : " Riviere che non cambiano avviciniamo nell'ancorare, cento porti ci regalano la musica del mare, ragazze d'occhi tristi vengono ad aspettarci e il sapore dei bicchieri sembra sempre uguale, soltanto qui, nel tuo porto si rallegra il cuore, porticciolo dove "sanguina" la voce del bandoneòn."

 Da giovane prima del premio Nobel, Eugene O'Neill arriva a Buenos Aires da povero, rifiuta un lavoro offertogli per non "perdere" tempo, preferisce dormire sulle panchine per godersi al massimo la letterarietà della citta.
L' educatore e scrittore Domingo F. Sarmiento presiede la nueva Repubblica alla fine dell'ottocento, consapevole della massa migratoria  di tutte le razze che sarebbero arrivate per costruire il nuovo e grande paese, scommette  tutto sull'educazione, seminarono scuole  in ogni angolo dell'esteso territorio, riuscendo in pochi anni elevare il livello di alfabetizzazione al 90%, l'arrivo dei professori universitari fuggiti dai regimi imperanti in Europa fecero il resto, cosi in pochi anni  l'Argentina era uno dei paesi più colto , ricco e moderno.

La miscela "esplossiva" di tutte le razze integrate produssero "Il grande canto" che mai paese alcuno o città ebbero, forse per ringraziare  la felicita e la speranza datagli. Così dai poeti di "strada " come Cadicamo,Discepolo, Manzi e altre decine, scrittori e poeti come Marechal, J. Hernandez,Carriego, Borges, Macedonio Fernandez, Bioy Casares ed altri plasmarono  la unica cultura libre del secolo xx. Quel paradiso Plotiniano  non esiste più, forse a più d' uno dava noia.

Le nostre artiste argentine vengono da questa realtà, cominceranno dai loro origini, dall'altra sponda si faranno delle domande, cosa sarebbe successo al bambino del libro cuore se partiva dalle Ande agli Appennini come loro, sarebbe stato un "sciuscià" come il film di Rossellini? le parole di Saint J.Perse si attualizzeranno? Così  transitano le nostre artiste Flavia Robalo e Veronica Fonzo, verso la calle De las Artes 175. Con la loro sensibilità e saggezza, sconfiggeranno ogni avversità come il gaucho Martin Fierro, come l'odisseo o come il bambino del libro Cuore.
  
CURRICULA
Veronica Fonzo: Nasce a Buenos Aires, Argentina nel 1972. Appena diplomata all’Accademia delle Belle Arti comincia a lavorare come assistente di importanti maestri argentini, trasferendosi in seguito in Liguria, a Pietrasanta, per perfezionare la tecnica di pittura e scultura. Partecipa a diverse mostre in Italia, Spagna, Francia, Svizzera, Germania, Argentina, Bolivia e Stati Uniti, distinguendosi per la sobrietà delle forme e la spontaneità delle esecuzioni. Tutta la materia ha uno spirito  nascosto che si lascia catturare solo per chi sa dominarlo. Il mondo di Veronica è popolato di echi e risonanze nostalgiche dove l’infanzia non è metafora se non uno strumento poetico riflessivo e contemplativo. I bambini di Veronica Fonzo conoscono l’immensità dei posti solitari ed illimitati della propria fantasia così’ come lei conosce la conosce la solitudine della geografia infinita della sua Argentina.
  
Flavia Robalo: Flavia Robalo nasce a Buenos Aires, Argentina, nel 1973. Dal 1984 frequenta diverse scuole di pittura e scultura, avendo approfondito la lavorazione in marmo dal 1991 come allieva e assistente dello scultore Orio Dal Porto. Nel 1997, dopo la laurea in psicologia, viaggia per la prima volta a Pietrasanta, Italia, dove continua la sua formazione scultorea e inizia un’attività espositiva e di partecipazione a diversi simposi italiani ed esteri.

Fino al 25 settembre nella Saletta dell'Arte, al galata Museo del Mare.
Orario: tutti giorni, ore 10.00 – 19.30 (ultimo ingresso ore 18.00).
Ingresso incluso nel biglietto del Museo: adulti 12,00 euro – ragazzi 7,00 euro

Per maggiori informazioni visitate il sito http://www.galatamuseodelmare.it