martedì 24 settembre 2013

Britten 100 nei palazzi storici di Genova

Giovedì 26 settembre 2013 alle ore 17,30 presso la Sala di Lettura della Biblioteca Universitaria di Genova, Sede di Via Balbi 3, sarà presentata la Rassegna “BRITTEN 100 NEI PALAZZI STORICI DI GENOVA” a cura di Patrizia Battaglia, Paolo Paghi e Margherita Marchese Scelzi per il Centenario della nascita di Benjamin Britten (22 novembre 1913).
La rassegna, nata per ricordare il centenario della nascita di uno dei più importanti compositori del ’900, vede protagonisti, in collaborazione tra di loro, la Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova, la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria, la Biblioteca Universitaria di Genova, con il contributo dell’ Associazione Italo Britannica e VAIMM PROGETTO Gruppo Vittoria Assicurazioni S.p.A..
Il Teatro Carlo Felice, benché Britten non abbia mai frequentato fisicamente il suo palcoscenico, vanta un legame molto stretto con la sua musica, avendo eseguito con assidua frequenza  e particolare attenzione molti dei suoi lavori, tra opere liriche e concerti sinfonici, con grande riscontro di pubblico e critica, tanto da meritare il Premio Abbiati per l’opera “Death in Venice” (“Morte a Venezia”) nella stagione 1998/99.
La rassegna, dedicata al compositore, verrà presentata durante la conferenza stampa del 26 settembre per la Giornata Europea del Patrimonio, promossa dal MIBAC e prevede una serie di incontri musicali e critici che si concluderanno nel giorno stesso del Centenario, il 22 novembre 2013, presso la Biblioteca Universitaria di Genova, nella sede di Via Balbi 40 (Ex Hotel Colombia).
I vari eventi verranno presentati in alcuni fra i più prestigiosi edifici storici genovesi, Palazzo Doria De Fornari, Palazzo Spinola di Pellicceria, Palazzo Reale e l’Ex Hotel Colombia.

Giovedì 26 settembre 2013 dopo i saluti di Maurizio Galletti, Giovanni Pacor, Maria Concetta Petrollo, Luca Leoncini, Farida Simonetti, Marina Zacco, gli ideatori e autori della rassegna Patrizia Battaglia e Paolo Paghi, moderati da Massimo Arduino, presenteranno al pubblico la rassegna. Ospite d’eccezione sarà Alessandro Macchia, autore della prima monografia italiana su Britten, che con questa pubblicazione, adempie la predizione di Rostropovic: "Io vi giuro che verrà il tempo di Britten". In occasione del centenario della nascita,  il libro celebra non soltanto il maggiore compositore inglese, ma uno dei più rappresentativi di tutto il ventesimo secolo. Esaminandone la produzione, un titolo dopo l'altro, al passo dei dettagliati accadimenti biografici, l'autore svela inosservate attitudini sperimentalistiche e sovverte definitivamente l'immagine del tradizionalista talentuoso.

L’opera ha avuto numerose recensioni positive fra le quali sono degne di nota :

sabato 22 giugno 2013
A. Macchia, "Benjamin Britten", L'Epos, Palermo 2013 
Paolo Terni
(Rai Radio3: Qui comincia, 4 giugno 2013)
"...Vorrei segnalarvi un lavoro bellissimo… è raro che nell’ambito musicologico italiano si veda pubblicato un testo così compiuto, così importante, anche così divertente… Parlo della monografia immensa di Alessandro Macchia su Benjamin Britten per le edizioni L’Epos… Sono parecchie pagine, dove la figura di Britten è trattata compiutamente all’interno della civiltà che ha rappresentato e nella quale si è mosso… Basti citare l’epigrafe, da The Second Coming, uno dei testi più belli di William Butler Yeats, al cui interno c’è quel verso meraviglioso: «The ceremony of innocence is drowned / Surely some revelation is at end». Le prime righe del libro sono un’evocazione meravigliosa: «Nel Regno Unito il ventennio che precorre la Grande Guerra è detto “The Golden Age of Cricket”. Più che di anni gloriosi la memoria è blandita dal miraggio di una stagione immacolata, di un paesaggio preindustriale…»"

giovedì 25 aprile 2013
Il tredicenne Benjamin 
di Quirino Principe
Il Sole24ore (21 aprile 2013)
Come ci sa raccontare, con graduale suspense e insinuante grazia, Alessandro Macchia, nel giugno 1947, a trentaquattro anni d’età (era nato a Lowestoft nel Suffolk, sabato 22 novembre 1913), Benjamin Britten «acquistò a Aldeburgh il Crag House, una casa di due piani prospiciente il mare. Vi si stabilì a settembre, e per un decennio le pareti rosa di questo edificio risalente alla Grande Guerra divennero il quartier generale del più anomalo dei festival musicali inglesi».
Aggiungiamo, se Macchia ce lo permette, che ascoltare musica e teatro musicale in un edificio dai colori di fiaba nel quale continuamente la sensazione di «casa propria» diventa incanto di palcoscenico, e il pubblico e il privato trasformano continuamente la percezione dello spazio, è un’esperienza unica non soltanto fra quelle che si vivono in terra britannica. «Il vecchio mulino di cui Britten mantenne la proprietà fino al 21 giugno 1955 racchiudeva il mondo di innumerevoli affetti, ma difettava dei frizzanti profumi marini che avevano nutrito l’infanzia del compositore». Il mare, l’infanzia: due forme simboliche, entrambe evocanti l’origine nascosta, primordiale, pre-natale.
Macchia, che scrive con una sapienza antica raramente distillata dalla natura in un autore poco più che quarantenne (è nato a Lecce nel 1971), trae da quelle forme una serie di immagini eidetiche tali da illuminare passi strategici della narrazione con una infantile «Urlicht», con una luce delle origini, quella che splende in rari sogni che riassumono in pochi istanti tutta la nostra vita. Questo è, a nostra opinione di lettori, il maggior fascino di questa prima monografia italiana su Benjamin Britten: un libro desiderato da gran tempo, e capace non soltanto di commuovere, ma anche di esultare per l’inestimabile qualità e dovizia d’informazione, penetrante a fondo e capillare in estensione (Benjamin Britten, L’Epos, Palermo 2013, pagg. 464, euro 48,30).
In quel villaggio di pescatori, Britten inventò un festival musicale raffinatissimo, apparso a molti malevoli come una follia, e ancora più strano parve il fatto che gli ospiti più graditi del festival e del Crag House fossero, da sempre, i bambini.
«Aldeburgh costituì un vero e proprio monumento in loro onore, tanto affascinanti sono le incursioni di Britten nel mondo dell’infanzia e della giovinezza. Ma protagonisti i bambini lo sono per davvero nella cantata Saint Nicolas, nell’opera The Little Sweep e nella sacra rappresentazione Noye’s Fludde. Intendiamo pura felicità inventiva, che Britten spiegava attribuendosi ironicamente l’età di tredici anni». C’era una simpatia istintiva e reciproca tra i bambini e il compositore, ed è esemplare (osserva Macchia) il caso del piccolo Humphrey Redcliffe-Maud, il dedicatario di The Young Person’s Guide to the Orchestra op. 34 (1946), la cui melodia, costituente il tema di passacaglia variato in molte forme timbriche e ritmiche e incantevolmente «didattiche», è tratta dal «Rondeau» di Abdelazar, or The Moor’s Revenge di Henry Purcell. Come sappiamo, la «guida» ha il fine dichiarato di avvezzare l’orecchio infantile a riconoscere i timbri orchestrali, un po’ come Pierino e il lupo di Prokof’ev, altra mirabile invenzione esplicitamente posta al servizio dell’infanzia (in Italia, tutto questo è oramai troppo difficile per docenti universitari adulti). Senza girare intorno, Macchia affronta direttamente una questione spinosa, e le strappa via le spine: David Matthews, simpatetico studioso di eccellente stirpe di musicologi talvolta mahleriani, ha escluso definitivamente che lo smisurato amore di Britten per i bambini abbia avuto anche la minima attinenza con pulsioni equivoche, pedofilia o altro (nell’articolo Lucky Thirteen, «The Times», 10 novembre 2006). Lode ancora e sempre a Macchia per la nobiltà di questa sua ricerca interamente assolutoria: da parte nostra, sfideremmo a duello l’imbecille che osasse strizzare l’occhio.
Una galleria di bambini attraversa il teatro musicale di Britten. La contempliamo con affetto, talvolta con nostalgia, anche quando si tratta di morticini, di piccoli annegati, di preadolescenti ultrasensibili che parlano con i fantasmi e ne sono atterriti. Così in Peter Grimes (1945), in The Turn of the Screw (1954). Il legame con il mondo dell’infanzia è osservato da Britten stesso, dai suoi scritti ora raccolti nel libro La musica non esiste nel vuoto curato da Luca Scarlini (Castelvecchi, Roma 2013, pagg. 96), il cui titolo traduce testualmente una celebre frase del compositore che troviamo nel primo dei cinque testi raccolti: On receiving the first Aspen Award. Gli altri, rari e preziosi, sono: «Peter Grimes», The Artist and his medium: composer and listener, Notes on E.M. Forster and music, On behalf of Gustav Mahler.
Questo piccolo libro di Castelvecchi è felicemente complementare di quello amplissimo e densissimo di Macchia. Quante generazioni di italiani, anche di appassionati britteniani, sono trascorse senza libri vivificanti? Ha avuto ragione Mstislav Rostropovič, ne ha ancora oggi a distanza di trentasette anni dalla morte del compositore avvenuta ad Aldeburgh sabato 4 dicembre 1976, nel profetizzare: «Io vi giuro che verrà il tempo di Britten»?  

Programma della Rassegna:

Giovedì 26 settembre 2013 alle ore 11
PALAZZO REALE – SALA DA BALLO
Conferenza stampa Giornata Europea del Patrimonio
Presentazione della Rassegna

Giovedì 26 settembre 2013 alle ore 17,30
BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI GENOVA – SALA DI LETTURA
Presentazione della Rassegna
Saluti di Maurizio Galletti, Giovanni Pacor, Maria Concetta Petrollo, Luca Leoncini, Farida Simonetti, Marina Zacco
Interverranno gli autori della rassegna
Relazione di Alessandro Macchia, autore della prima monografia italiana su Britten
Moderatore Massimo Arduino

Venerdì 27 settembre 2013 alle ore 17,30
PALAZZO DORIA DE FORNARI
ANTEPRIMA
Performance multimediale tra gli affreschi e gli stucchi tardobarocchi del palazzo che fu dimora del principe Leopoldo Doria. Con la partecipazione degli artisti del Teatro Carlo Felice di Genova

Domenica 29 settembre 2013 alle ore 17
GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLA
Sulle ali del canto
Benjamin Britten: al cuore della musica
Concerto
A cura di Paolo Paghi
Dania Palma, soprano
Patrizia Battaglia, contralto
Paolo Paghi, tenore
Valeria Serangeli, clarinetto
Patrizia Priarone, pianoforte
Un concerto nello stile delle soirées musicali tenute da Britten e dal tenore Peter Pears.
Verranno presentati brani di Schubert, Poulenc, Purcell e Britten

Lunedì 7 ottobre 2013 alle ore 17,30
SALA CONFERENZE DELL’ASSOCIAZIONE ITALO BRITANNICA
Un decennio basso e disonesto”:
Britten e gli anni ‘30
Intervengono: Massimo Bacigalupo, Università di Genova
Paolo Paghi, interprete e curatore della rassegna
Moderatore Massimo Arduino

Domenica 13 Ottobre 2013 alle ore 17
GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLA
Interno Inglese
Britten, Auden, Berkeley: un triangolo di musica e poesia
di Paolo Paghi
Dania Palma, soprano
Paolo Paghi, tenore
Patrizia Battaglia, voce recitante
Patrizia Priarone, pianoforte
Brani musicali, lettere e diari ricostruiscono la nascita dell’amicizia e della collaborazione fra Britten, il poeta W.H. Auden e il compositore Lennox Berkeley, nonché l’arte, la politica e l’amore durante i tumultuosi  anni ’30

Domenica 27 ottobre 2013 alle ore 17 
PALAZZO REALE
Un Fuoco Immortale
Passione e poesia nella musica di Britten e Dowland
di Paolo Paghi
Dania Palma, soprano
Patrizia Battaglia, contralto
Paolo Paghi, tenore
Marco Galvagno, chitarra
Laura Papeschi, arpa
Le composizioni di Britten per la chitarra e l’arpa, sospese tra antico e contemporaneo.
Il programma prevede anche brani di John Dowland e William Croft

Venerdì 22 novembre 2013
EX-HOTEL COLOMBIA

Ore 17,30
“BRITTEN OGGI”
Intervengono Massimo Bacigalupo, Nicola Ferrari, Raffaele Mellace

Ore 21
A BOY WAS BORN…
Spettacolo musicale a cura di Patrizia Battaglia

Il racconto di una vita in musica, l’intera parabola umana e artistica di Benjamin Britten rievocata dalle sue composizioni e da brani scritti appositamente per il centenario da Marcello Fera e Marcovarlerio Marletta.
Partecipano, tra gli altri, “Gli Ottoni del Carlo Felice”, “I Solisti del Teatro Carlo Felice” e “Il Coro di Voci Bianche del Teatro Carlo Felice”.

Verrà presentato in anteprima
BENJAMIN BRITTEN – IL MARE DELLA METAMORFOSI”,
il nuovo progetto fotografico di Margherita Marchese Scelzi

Il Progetto, fortemente sostenuto dalla Fondazione Teatro Carlo Felice vuole confermare la convinta vocazione di questa Istituzione a proporsi sempre più come polo d’attrazione culturale della città e della regione, mettendo a disposizione il proprio bagaglio di professionalità, di competenze e di sensibilità rappresentato dai componenti dei suoi complessi artistici e tecnici.

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