Grazie a un’importante acquisizione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola si arricchisce di una serie di sette tele di Gregorio de Ferrari (Porto Maurizio, 1647 - Genova, 1727), capolavori della produzione di questo pittore, che saranno esposte in modo permanente in due nuove sale del percorso museale a partire dal 6 dicembre 2014.
I sette dipinti +1
Si tratta di quattro tele dedicate al Mito di Ercole e di tre monumentali dipinti (cm 250 x 380) con soggetti tratti dalle Metamorfosi di Ovidio, cioè Pan e Siringa, in cui colpisce il corpo della ninfa con il collo esageratamente allungato nella tensione in avanti per fuggire al dio, Mercurio e Argo, con gli straordinari effetti di scorcio della figura di Mercurio proteso a controllare Argo abbandonato nel sonno grazie al suo inganno, e infine Perseo e Andromeda, opera nella quale colpisce la voluttuosa immagine della donna distesa in primo piano e liberata dalle catene dall’eroe che, accanto a lei, si rinfranca dopo la vittoria sul mostro marino. Il tutto impreziosito da una tavolozza cromatica raffinata ed elegante, che esalta ogni minimo dettaglio compositivo e le stesse ambientazioni con brani di cielo e scorci di paesaggio di grande suggestione.
Le altre tele sono invece dedicate a rappresentare quattro episodi legati al mito di Ercole: Ercole e Anteo, Ercole e il toro di Creta, Ercole e l’Idra di Lerna e infine Ercole sul rogo funebre. Si tratta di dipinti in cui emerge una notevole forza plastica, con posture potenti e statuarie. A queste tele, acquisite dal MiBACT, sarà eccezionalmente affiancata sino all’aprile 2015 la tela con Ercole accolto nell’Olimpo, facente parte della stessa serie ma attualmente in collezione privata, esposta grazie alla sponsorizzazione tecnica della ditta Sciutto di Genova e della Galleria Giamblanco di Torino che ha permesso di presentare per la prima volta la serie completa dedicata all’eroe mitologico, con Ercole che, superate le fatiche, assurge all’Olimpo degli immortali.
L’autore
Tutti i dipinti si devono alla capacità visionaria e fantastica di Gregorio de Ferrari (Porto Maurizio 1647-Genova 1727) straordinario protagonista della pittura genovese tra Seicento e Settecento, interprete di Valerio Castello e soprattutto strettamente legato a Domenico Piola, il suocero con cui condivise a lungo la bottega. Piero Torriti, che per primo nel 1970 descrisse e attribuì i dipinti, li definì espressione della “più genuina ed eccelsa voce di Gregorio” che per lo studioso, analizzando proprio questa serie e gli affreschi nei saloni di Palazzo Rosso, ”racchiude il più alto linguaggio del barocco genovese che oggi può ancor meglio inserirsi fra i primi di tutto il rococò europeo”. Secondo la critica più recente le Storie di Ercole sono databili alla fine del Seicento, mentre le altre tele all’inizio del secolo seguente, momento in cui è individuata in varie opere la collaborazione con il figlio Lorenzo, evidente in particolare nella grande tela con Perseo e Andromeda.
La provenienza
Le tele sono documentate per la prima volta in un salone di Palazzo Cattaneo Adorno in Strada Nuova, dove la tela raffigurante Perseo e Andromeda risultava inserita al centro della parete di sinistra, tra i due episodi con Ercole e l’Idra e Ercole e il toro; Pan e Siringa era invece inserita a soffitto mentre, sulla parete sinistra, trovava sede Mercurio e Argo con ai lati Ercole e Anteo e Ercole sul rogo. Nello stesso palazzo sono storicamente descritti anche le tele con il Sacrificio di Isacco di Orazio Gentileschi e il Ratto delle sabine di Luca Giordano, anch’esse acquisite dal MiBACT ed esposte negli spazi della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola.
L’acquisizione
Le sette tele furono dichiarate di interesse storico artistico con decreto ministeriale del 1° giugno 1989. Presentate all’incanto nel giugno 2010, a seguito della richiesta di esercitare il diritto di prelazione da parte della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria, le opere sono state acquistate nel giugno 2012 dal MiBACT per essere destinate alla Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola.
L’allestimento
Per esporre definitivamente le sette opere sono state allestite le due sale del cosiddetto “appartamento del Marchese”, annullando i limiti degli ambienti grazie a un uniforme sfondo nero profondo e puntando unicamente sulla migliore illuminazione per concentrare l’attenzione sui dipinti, resi pienamente godibili dalla qualità della luce a sorgente LED della Ditta Erco, leader internazionale in illuminazione museale, individuati grazie alla consulenza dell’architetto Mirella Vivioli, esperta illuminotecnica in ambito storico-artistico. L’allestimento è stato realizzato dalla Ditta Sciutto di Genova, da Maurizio Bonato della Ditta Nuova Coel, mentre la grafica è stata curata da Paola Marelli.
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