Nella Saletta dell'Arte del Galata Museo del Mare, dal 18 maggio al 9 settembre 2012,mostra personale di Arianna Carossa, a cura di Beatrice Astrua e Cinzia Compalati, supervisor Annalisa Rosso.
Coerentemente con il Port Day, la mostra rappresenta un ideale terzo capitolo della ricerca che Arianna Carossa sta conducendo intorno alla spedizione degli Argonauti.
Il primo volume – esposto in una personale a New York – innescava tangenze fantascientifiche con il mito, mentre il secondo ha preso forma con una pubblicazione di carattere estetico-linguistico – Manual Handbook – sul tema della nautica.
Il volume genovese trova come collegamento con la città la figura di Andrea D’Oria – l’astuto ammiraglio che nel Cinquecento inaugurò la stagione d’oro della Repubblica attraverso le sue imprese per mare e la sapiente strategia politica di alleanza con la monarchia spagnola – idealmente inserito dalla Carossa come immaginario eroe della spedizione di Giasone verso la Colchide.
Il percorso prende avvio dalla saletta dell’arte con un’immagine rivisitata di Andrea D’Oria per poi snodarsi nei luoghi di transito e di flusso del museo, fino a disperdersi nello spazio aperto e impalpabile del cielo sulla terrazza del Mirador.
Per maggiori informazioni visitate il sito http://www.galatamuseodelmare.it
Il primo volume – esposto in una personale a New York – innescava tangenze fantascientifiche con il mito, mentre il secondo ha preso forma con una pubblicazione di carattere estetico-linguistico – Manual Handbook – sul tema della nautica.
Il volume genovese trova come collegamento con la città la figura di Andrea D’Oria – l’astuto ammiraglio che nel Cinquecento inaugurò la stagione d’oro della Repubblica attraverso le sue imprese per mare e la sapiente strategia politica di alleanza con la monarchia spagnola – idealmente inserito dalla Carossa come immaginario eroe della spedizione di Giasone verso la Colchide.
Il percorso prende avvio dalla saletta dell’arte con un’immagine rivisitata di Andrea D’Oria per poi snodarsi nei luoghi di transito e di flusso del museo, fino a disperdersi nello spazio aperto e impalpabile del cielo sulla terrazza del Mirador.