Al Castello D'Albertis, Museo delle Culture del Mondo. Museo delle Musiche dei Popoli, dal 6 aprile al 3 giugno 2012.
La mostra, promossa dal professor Massimo Bignardi, titolare della Cattedra di Storia dell´Arte Contemporanea e Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell´Università degli Studi di Siena e curata dalla Dott.ssa Elisa Pacini, con il Patrocinio Onorario dell´Ambasciata del Messico di Roma, si propone di mostrare uno spaccato della cultura messicana attraverso lo sguardo di due pittori di origini indigene - Nicolás de Jesús e Gabriel Trinidad - che fanno della loro individualità etnica uno strumento di interpretazione della realtà.
Attraverso un forte legame con la loro cultura e identità riescono a interpretare la realtà circostante e a proporre modelli alternativi di esistenza.
Attraverso un forte legame con la loro cultura e identità riescono a interpretare la realtà circostante e a proporre modelli alternativi di esistenza.
Le opere realizzate dal Maestro Nicolás de Jesús rappresentano il tipico immaginario oltremondano messicano incentrato sulla tradizionale figura dello scheletro o calavera e utilizza quest´immagine come strumento di denuncia sociale e politica.
I temi che affronta Gabriel Trinidad nelle sue opere sono legati al rapporto dell´individuo con se stesso, con la natura e con la collettività (intesa sia in senso antropologico che politico e sociale).
La mostra presenterà inoltre le opere di Mario Rodríguez, Castulo Marcelino, Cesar Antonio e Nami Yuvi Sánchez, i quali, pur mirando al recupero e alla conservazione della propria memoria culturale e collettiva, che tre secoli di dominazione spagnola hanno contribuito a distruggere e disperdere, si esprimono attraverso un linguaggio della contemporaneità.
I temi che affronta Gabriel Trinidad nelle sue opere sono legati al rapporto dell´individuo con se stesso, con la natura e con la collettività (intesa sia in senso antropologico che politico e sociale).
La mostra presenterà inoltre le opere di Mario Rodríguez, Castulo Marcelino, Cesar Antonio e Nami Yuvi Sánchez, i quali, pur mirando al recupero e alla conservazione della propria memoria culturale e collettiva, che tre secoli di dominazione spagnola hanno contribuito a distruggere e disperdere, si esprimono attraverso un linguaggio della contemporaneità.
Per maggiori informazioni visitate il sito
http://www.museidigenova.it/