Mercoledì 29 maggio 2013 alle ore 17,30, presso la Sala di Lettura della Biblioteca Universitaria, in via Balbi 3 a Genova, si terrà la presentazione del romanzo di Carlo Olivari "Gennaio 1991 forse un sogno"edito da U.F.O. idiomialieni, Milano, 2012.
La presentaziane è a cura di Giorgio Bàrberi Squarotti, dell'Università di Torino.
Introduzione di Rosa Elisa Giangoia
Carlo Olivari
Vive a Genova, dove si è laureato in Storia e Filosofia, discipline che ha insegnato per molti anni al liceo.
Ha al suo attivo numerose pubblicazioni di poesia: Frammenti a Lidia (1981), Ombre (1982), Momenti (1994), Ansia di Resurrezione (1988), L’Approdo (2002), Ombre Orme ed Echi (2007), Senso dio vita e di morte (2009), Luce Tenebra Lampi (2010), Momenti vari nel tempo (2011), Dolce abbandono (2011), Memoria e mito (2011) e Di tempo in tempo (2011).
Ha vinto numerosi premi letterari e ottenuto lusinghieri giudizi dalla critica.
Carlo Olivari, Gennaio 1991 forse un sogno, Ed. U.F.O. idiomialieni, Milano 2012
Si tratta di un ampio e complesso romanzo, che fin dalle prime pagine avvince il lettore coinvolgendolo nel flusso narrativo in cui una folla di personaggi ed una congerie di vicende si intrecciano, si fondono e si dividono per poi ricomporsi nel finale.
Protagonista è Stefano Airoldi, professore di Storia e Filosofia al liceo che, ormai in pensione, sente la necessità di fare un bilancio del passato per esaminare le divergenze e differenze tra gli entusiastici progetti giovanili e il vissuto, che sente costellato da omissioni, esitazioni e scelte mancate per carenza di coraggio. Attraverso questo ripensamento la narrazione diventa un grande affresco della vita e della società italiana dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino al gennaio del 1991.
Tutto viene rivisto criticamente da una prospettiva di analisi filosofica e culturale che solleva il contingente a riflessioni di valore universale sui grandi temi della storia e della vita con gli eterni interrogativi sul bene e sul male, pur traducendosi sempre in situazioni narrative, senza cadere nell’astrattezza argomentativa.
Lo stile, molto personale, è classicamente composto e letterariamente alto.
Giorgio Bárberi Squarotti
Critico letterario e poeta italiano nato a Torino nel 1929.
È stato allievo di Giovanni Getto all'Università di Torino, dove si è laureato nel 1952 con una tesi sull'opera letteraria di Giordano Bruno.
Presso la stessa università ha insegnato Letteratura italiana dal 1967 al 1999.
Dopo la morte di Salvatore Battaglia è diventato responsabile scientifico del Grande dizionario della lingua italiana UTET.
È consigliere-fondatore della Fondazione Marino Piazzolla.
Nel 1981 fonda - con Gian Luigi Beccaria, Marziano Guglielminetti e Giorgio Caproni - la Biennale di Poesia di Alessandria.
Si è distinto per una intensa operosità di studioso, capace di spaziare da Dante a Machiavelli, da Tasso a Manzoni, da Verga a Gozzano, dedicando attenzione anche alla letteratura contemporanea.
L'interesse di Bárberi Squarotti si è volto al rinnovamento delle forme poetiche nelle avanguardie europee e americane (Astrazione e realtà, 1960) e soprattutto agli sviluppi della letteratura italiana dalla fine dell'Ottocento a oggi (Poesia e narrativa del secondo Novecento, 1961; La narrativa italiana del dopoguerra, 1966; La cultura e la poesia italiana del dopoguerra, 1966; Camillo Sbarbaro, 1971; Gli inferi e il labirinto, 1974). Oltre che nei fondamentali saggi su Pascoli (Simboli e strutture della poesia pascoliana, 1966; La simbologia di Giovanni Pascoli, 1990) e su D'Annunzio (Il gesto improbabile, 1971; Poesia e ideologia borghese, 1976; Invito alla lettura di Gabriele D'Annunzio, 1982), il carattere della sua ricerca critica è più facilmente riconoscibile negli interventi su Manzoni (Teoria e prove dello stile del Manzoni, 1965, e Il romanzo contro la storia, 1980) e nei saggi raccolti in Dall'anima al sottosuolo (1982). Tra le sue altre opere si ricordano: Parodia e pensiero: Giordano Bruno, 1997; Le capricciose ambagi della letteratura, 1998; L'orologio d'Italia: Carlo Levi e altri racconti, 2001; Addio alla poesia del cuore, 2002; I miti e il sacro. Poesia del Novecento, 2003; La teoria e le interpretazioni, 2005; Il potere alle donne, 2011. Alla finezza delle analisi del critico, corrisponde la complessità, talvolta impervia, di una poesia coltissima (La voce roca, 1960; La declamazione onesta, 1965; Il marinaio del Mar Nero e altre poesie, 1980; Visioni e altro, 1983; Dalla bocca della balena, 1986; In un altro regno, 1990; La scena nel mondo, 1994; Le vane nevi, 2002).
Rosa Elisa Giangoia è insegnante, scrittrice e saggista.
Ha pubblicato manuali scolastici, tre romanzi (In compagnia del pensiero, 1994; Fiori di seta, 1989; Il miraggio di Paganini, 2005), un prosimetron (Agiografie floreali, 2004), un saggio di gastronomia letteraria A convito con Dante (2006), un’edizione delle Bucoliche di Virgilio con annotazioni in latino (Accademia Vivarium Novum, 2008) e la silloge poetica Sequenza di dolore (2010).
Ha realizzato con Laura Guglielmi la collana (10 voll.) Liguria terra di Poesia (1996-2001), con Margherita Faustini i volumi antologici Sguardi su Genova (2005) e Notte di Natale (2005) e con Lucina Bovio l’antologia di poesie-preghiere Ti prego (2011). Due suoi racconti sono inseriti nel volume Il delirio e la speranza (2012).
Fa parte di diverse giurie di Premi letterari e della redazione della rivista SATURA. Collabora a numerose altre riviste letterarie e di didattica, anche on line. Ha ideato e cura (dal 2001) la newsletter “Lettera in Versi”, di cui ha sempre steso gli editoriali, poi raccolti nel volumetto Appunti di poesia (2011).
Sue poesie sono presenti in numerose antologie. Ha vinto vari premi letterari.
È impegnata nella diffusione del Latino con il “metodo-natura” del linguista danese H.H. Ørberg.
http://www.bibliotecauniversitaria.ge.it
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