Approfondimento a cura di Simonetta Maione e Giulio Sommariva.Dalla prima metà del Seicento fino ai primi decenni del XIX secolo, Genova si affermò, accanto a Napoli, come uno dei centri italiani più attivi nella produzione di figure da presepe.
Una tradizione tanto radicata quanto priva di fondamento scientifico attribuisce ad Anton Maria Maragliano (Genova 1664-1739) – il più celebre esponente della scultura lignea tardo barocca in Liguria – la maggior parte delle figure presepiali oggi conservate.
Anche se non è documentato un impegno diretto del Maragliano in questa attività, è peraltro credibile che nell´ambito della sua bottega, la più attiva e prestigiosa in città, si fosse sviluppata una produzione di figure da presepe ad opera degli allievi.
Alla lezione maraglianesca fu sensibile, in particolare, Pasquale Navone (Genova 1746-1791), il più prolifico scultore impegnato in questo tipo di attività artistica. Dalla bottega di questo raffinato intagliatore uscirono splendide figure dai volti fortemente espressivi, accuratamente indagati nelle fisionomie, caratterizzate da zigomi alti, da uno sguardo profondo e sottilmente malinconico e da capigliature a ciocche capricciosamente cesellate a colpi di sgorbia.
Un importante nucleo di figure del Navone, eccezionali per qualità e stato di conservazione, appartiene alle collezioni del museo Giannettino Luxoro ed è stato utilizzato per l´allestimento proposto quest´anno. La scenografia si ispira alla documentazione archivistica relativa ai presepi allestiti per conto dei Brignole-Sale a Palazzo Rosso, negli anni Trenta del Settecento e utilizza, come allora, “... casette di cartone, corbe di erba, fasci di rami, ghiara, carta colorita...”.Si è voluto, con questo espediente scenico, rendere evidente la corrispondenza fra le vesti indossate dalle figurine e quelle in uso fra nobili e popolani nel XVIII secolo. I visitatori potevano dunque “specchiarsi” nella scena allestita di fronte alla grotta della Natività, identificandosi con i pastori accorsi alla notizia del sacro evento.
Un´identificazione che non vedeva esclusi: accanto a nobili e popolani ecco orientali rasati col codino all´occipite, mori ricciuti, gruppi di zingari, mendicanti lividi, in abiti sdruciti. Figure tutte presenti nella Genova del Settecento come testimoniano le fonti storiche e iconografiche del tempo.
Una tradizione tanto radicata quanto priva di fondamento scientifico attribuisce ad Anton Maria Maragliano (Genova 1664-1739) – il più celebre esponente della scultura lignea tardo barocca in Liguria – la maggior parte delle figure presepiali oggi conservate.
Anche se non è documentato un impegno diretto del Maragliano in questa attività, è peraltro credibile che nell´ambito della sua bottega, la più attiva e prestigiosa in città, si fosse sviluppata una produzione di figure da presepe ad opera degli allievi.
Alla lezione maraglianesca fu sensibile, in particolare, Pasquale Navone (Genova 1746-1791), il più prolifico scultore impegnato in questo tipo di attività artistica. Dalla bottega di questo raffinato intagliatore uscirono splendide figure dai volti fortemente espressivi, accuratamente indagati nelle fisionomie, caratterizzate da zigomi alti, da uno sguardo profondo e sottilmente malinconico e da capigliature a ciocche capricciosamente cesellate a colpi di sgorbia.
Un importante nucleo di figure del Navone, eccezionali per qualità e stato di conservazione, appartiene alle collezioni del museo Giannettino Luxoro ed è stato utilizzato per l´allestimento proposto quest´anno. La scenografia si ispira alla documentazione archivistica relativa ai presepi allestiti per conto dei Brignole-Sale a Palazzo Rosso, negli anni Trenta del Settecento e utilizza, come allora, “... casette di cartone, corbe di erba, fasci di rami, ghiara, carta colorita...”.Si è voluto, con questo espediente scenico, rendere evidente la corrispondenza fra le vesti indossate dalle figurine e quelle in uso fra nobili e popolani nel XVIII secolo. I visitatori potevano dunque “specchiarsi” nella scena allestita di fronte alla grotta della Natività, identificandosi con i pastori accorsi alla notizia del sacro evento.
Un´identificazione che non vedeva esclusi: accanto a nobili e popolani ecco orientali rasati col codino all´occipite, mori ricciuti, gruppi di zingari, mendicanti lividi, in abiti sdruciti. Figure tutte presenti nella Genova del Settecento come testimoniano le fonti storiche e iconografiche del tempo.
Per maggiori informazioni visitate il sito http://www.museidigenova.it/spip.php?rubrique4
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