Mercoledì 24 ottobre 2012, alle ore 17,30, presso la Sala di Lettura della Biblioteca Universitaria di Genova, in Via Balbi, 3, si terrà la presentazione del libro di Piera Bruno “Poetesse liguri dallo
scrittoio alla pagina”, De Ferrari Editore, 2012.
Introduzione di Rosa Elisa Giangoia.
Interverrà Stefano Verdino.
scrittoio alla pagina”, De Ferrari Editore, 2012.
Introduzione di Rosa Elisa Giangoia.
Interverrà Stefano Verdino.
Letture di Laura Accerboni.
Sarà presente l’Autrice.
Sarà presente l’Autrice.
Piera Bruno, saggista, traduttrice e poetessa.
“Poetesse liguri: dallo scrittoio alla pagina”, De Ferrari, 2012, è un’indagine a tutto tondo – nuova negli spiriti e nelle forme pur sulla scia della tanto ammirata Virginia Woolf –, che mette in mostra le sue particolari doti di analisi introspettiva e le sue indubbie qualità critico-espositive. Partendo, con voluta curiosità, dalla scrivania – più propriamente dallo “scrittoio” – di ognuna (ligure o amante della Liguria), nella “parte prima”, dopo una motivante premessa, inquadra “un manipolo di poetesse”. Lo spunto parte dalla “stanza personale della donna che scrive”, vale a dire quella “room of one’s own” di cui dice la Woolf, con dotti e scelti richiami anche al caotico mondo di Carlyle e allo studio disadorno di Keats. Ma qui, in particolar modo, la saggista si propone di esaltare, con ragione e senza mezzi termini, quell’angolo – piccolo o grande, nobile o modesto, statico o itinerante che sia – che consente e riconosce alla donna creativa (non soltanto all’uomo!) “lo stigma inscindibile del fare poesia” in totale libertà.
“Poetesse liguri: dallo scrittoio alla pagina”, De Ferrari, 2012, è un’indagine a tutto tondo – nuova negli spiriti e nelle forme pur sulla scia della tanto ammirata Virginia Woolf –, che mette in mostra le sue particolari doti di analisi introspettiva e le sue indubbie qualità critico-espositive. Partendo, con voluta curiosità, dalla scrivania – più propriamente dallo “scrittoio” – di ognuna (ligure o amante della Liguria), nella “parte prima”, dopo una motivante premessa, inquadra “un manipolo di poetesse”. Lo spunto parte dalla “stanza personale della donna che scrive”, vale a dire quella “room of one’s own” di cui dice la Woolf, con dotti e scelti richiami anche al caotico mondo di Carlyle e allo studio disadorno di Keats. Ma qui, in particolar modo, la saggista si propone di esaltare, con ragione e senza mezzi termini, quell’angolo – piccolo o grande, nobile o modesto, statico o itinerante che sia – che consente e riconosce alla donna creativa (non soltanto all’uomo!) “lo stigma inscindibile del fare poesia” in totale libertà.
Interverrà Federica Micucci, del Museo di Etnomedicina. Nel corso dell'incontro resteranno esposti oggetti e strumenti appartenenti alla Collezione “Antonio Scarpa” del Museo di Etnomedicina curato da Antonio Guerci, responsabile scientifico.
Per maggiori informazioni, visitate il sito http://www.bibliotecauniversitaria.ge.it
Nessun commento:
Posta un commento