sabato 7 luglio 2012

Galata Museo del Mare: sali a bordo di una galea del XVII secolo

La vita a bordo delle galee e nell'arsenale della Repubblica di Genova. Dal 7 luglio allestimanto permanente.
Per festeggiare la novità dal 7 al 31 luglio speciale promozione 1 ragazzo omaggio ogni 2 adulti paganti.

A partire dal 7 luglio il visitatore del Galata Museo del Mare potrà salire a bordo della Galea genovese del ‘600 che fin dall’inaugurazione del Museo costituisce una delle ricostruzioni a grandezza naturale più impattanti e caratteristiche. A otto anni dalla sua apertura, il Galata Museo del Mare prosegue il suo rinnovamento. Dopo le innovazioni del sommergibile Nazario Sauro (2010) e del MEM – Memoria e Migrazioni (2011), lo staff scientifico del Mu.MA torna su uno degli argomenti fondanti il museo: la vita a bordo delle galee e nell’arsenale della Repubblica di Genova, di cui, proprio l’edificio Galata è l’ultima parte superstite.

Il “Sali a bordo della Galea” si inserisce nel riallestimento del piano terra denominato “la vita a bordo delle galee e nell’Arsenale della Repubblica di Genova”. Cinque diverse sale dedicate all’età del remo a Genova, gli anni tra il ‘500 e il ‘700, tra la figura di Andrea Doria - armatore di galere e vero rifondatore della Repubblica - e il governo dei Dogi che accompagnarono gli ultimi, faticosi, secoli della Repubblica.
Il nuovo percorso espositivo esprime bene la filosofia museale del Galata: una forte impostazione storica tesa alla divulgazione, un patrimonio di opere storiche e artistiche di grande pregio e un approccio scenografico, multimediale e interattivo per imparare toccando, muovendosi e interagendo con le installazioni. Il visitatore del Galata Museo del Mare diventa “visit-attore”: dopo aver esplorato l’Arsenale può salire a bordo della Galea, fin sul ponte di voga, per esplorarne l’interno e scoprire la vita di bordo vestendo i panni di un membro dell’equipaggio scegliendo tra schiavi, forzati e buonavoglia; interagire con i personaggi tipici dell’epoca quali aguzzini e papassi; assistere all’animata discussione tra il Senatore, il Capitano e il Maestro d’Ascia; approfondire nella “Ludoteca della Galea” alcuni aspetti della vita di bordo; ammirare reperti e opere rare dell’epoca che completano questo viaggio nel tempo.

Per festeggiare insieme al pubblico la novità, dal 7 al 31 luglio i visitatori del Galata Museo del Mare potranno usufruire di una speciale promozione: un ragazzo omaggio ogni due adulti paganti. Vedi dettaglio prezzi. Con il biglietto Galata possibilità di visitare gratuita al Museoteatro della Commenda di Prè altro museo del Mu.MA – Istituzione Musei del Mare e delle Migrazioni insieme al Museo Navale di Pegli.
IL PERCORSO
Prima di poter accedere alla Galea, il visitatore come in una macchina del tempo, viene riportato indietro nello stesso luogo dove oggi sorge il Galata, nell’Arsenale di Genova nella prima metà del Seicento. Tre straordinarie opere originali: un modello di Galea, un dipinto raffigurante il Porto di Genova nel Seicento e la battaglia tra galee imperiali e galee turche, opera di De Wael - precedono l’ingresso nell’Armeria della Darsena. Qui, tra strutture di rovere e cancellate di ferro,  sono esposte corazze, elmi, armi e cannoni originali.
Si entra, quindi, nell’area “operativa” dell’Arsenale: il grande scalo della galea in riparazione. Sovrastati dal suo grande sperone rosso, si viene avvolti dai suoni di un tempo: le grida dei maestri d’ascia, e quelle dei calafati, il rumore degli attrezzi da lavoro. Avvicinandosi sul lato sinistro della galea, si viene richiamati da uno dei maestri d’ascia che, prendendo il visitatore per uno dei tanti membri della ciurma, lo inviterà a salire a bordo: si accede dentro la galea direttamente dalle ordinate.

Davanti ci si trova un maestro d’ascia e uno schiavo che invitano a chiarire la propria identità: “schiavo, forzato o buonavoglia?”, visto che ognuno riceveva un trattamento diverso nonostante il comune compito di vogatori. Il visitatore può scegliere la propria categoria di appartenenza, attivando un dialogo con il maestro d’ascia che introduce alla vita e al lavoro sulla galea, come dei galeotti “novizi”.
Nello stesso tempo si può osservare l’interno della galea, percepirne gli spazi angusti e pieni di materiali: dalla camera delle vele,   alla “santabarbara”, con i barilotti di polvere da sparo e le palle di pietra dei cannoni, dai barili dell’acqua ai sacchi di juta del “biscotto”,  la  galletta , il principale alimento dei vogatori.
Da qui si sale al ponte di voga attraverso una scaletta: come da un boccaporto, il Visitatore vede i banchi di voga, la corsia, dove corrono gli agozili (aguzzini) che riempiono di bastonate i vogatori che non tengono il tempo, la rembata (da cui il verbo “arrembare”) dove stanno i soldati e le artiglierie. In particolare si potranno vedere una coppia di remi di galea e percepirne la grandezza e il peso – 9 metri di lunghezza per oltre 100 kg l’uno. I remi sono stati realizzati dal maestro d’ascia Roberto Guzzardi, dell’Associazione Storie di Barche che li ha ricostruiti secondo documenti seicenteschi e con la consulenza del Corpo Forestale dello Stato - Foreste Casentinesi. I remi - dono dell’Associazione Promotori Musei del Mare onlus che dal 1996 sostiene attività e iniziative del Museo - rappresentano il vero “motore” della galea.

A questo punto del percorso, grazie ad una postazione multimediale che rispecchia lo stile interattivo del Museo, il Visitatore assiste all’animata discussione tra il Senatore, il Capitano e il Maestro d’Ascia. Il tema è antico ma sempre attuale: la nave deve essere pronta eppure mancano i soldi per gli approvvigionamenti, e i fornitori si rifiutano di anticipare i materiali. Scene di una pubblica amministrazione in crisi, quale era quella genovese del XVII secolo, presa tra la volontà politica di potenza e le ristrettezze dei bilanci, situazione che partoriva trucchi ed escamotage per sopravvivere alla giornata.
Si scende dal ponte alla “camera” poppiera. Qui il visitatore-galeotto incontra due figure molto importanti: l’agozile e il papasso. Il primo, uno dei capi della ciurma era una figura complessa: senza scrupoli nel tempestare di bastonate i rematori, l’agozile viveva con loro, ne condivideva il destino e ne organizzava la giornata. Cosciente della risorsa che rappresentavano, evitava la crudeltà e faceva il procacciatore di affari in un ruolo da mediatore tra le ciurme e i privati. Nella scena, infatti, uno di questi agozili è intento a giocare a dadi con il capo della ciurma musulmana, il papasso. Quest’ultimo, come una specie di esponente sindacale dei tempi, era eletto dalla ciurma e poteva essere un imam, un cadì o comunque un esponente islamico di condizione, autorevole sui suoi compagni e in grado di opporsi e contrastare aguzzini, comiti e magistrati dell’Arsenale.
  
Dopo aver interloquito con tutte queste figure, le principali dell’Arsenale, i galeotti-visitatori possono approfondire nella Ludoteca della Galea alcuni temi: come funzionava un cannone dell’epoca? Cosa si mangiava? Cosa si provava ad essere incatenati ai banchi di voga? Come funzionavano gli strumenti di navigazione dell’epoca? Un progetto scientifico dello staff Mu.MA, curato da Costa Edutainment, per meglio comprendere la vita a bordo delle galee.
Si sale quindi al primo piano, in un’area particolarmente ricca di fascino perché costruita intorno ai grandi “pilastri” dell’Arsenale Nella Galleria che si affaccia sulla galea - sono stati disposti i principali “tesori” del Galata relativi a quell’epoca a partire da quella Allegoria Navale, che celebra la Sacra Lega del 1538: un dipinto su tavola di scuola fiamminga che mostra Carlo V e di Papa Paolo III mentre uno ieratico Andrea Doria leva la mano in direzione del Levante, verso quel nemico ottomano con il quale si giocheranno le sorti del Mediterraneo. Le grandi vetrine azzurre del Galata custodiscono inoltre: quadri di Agostino Tassi, di Lazzaro Calvi e dei fratelli De Wael, intervallati dai rari reperti sopravvissuti dell’epoca delle galee come la cariatide poppiera,  un’opera policroma settecentesca, e lo straordinario fanale che guidava le galee.
Le opere esposte al primo piano aiutano a percorrere un viaggio lungo alcuni secoli, tra gli inizi del ‘500 fino al secondo decennio del XIX secolo. É infatti nell’epoca post-napoleonica che, per l’ultima volta, compaiono le galee nell’arsenale di Genova, che dopo il Concilio di Vienna viene assegnato con i territori della vecchia repubblica al Regno di Sardegna. In quello che diviene l’arsenale della Regia Marina, i corpi delle galeotte e delle mezze galere, sono i resti anacronistici di un passato sempre più lontano. Le rivoluzioni hanno spazzato schiavi, forzati e buonavoglia; i musulmani sono tornati a casa, con le coccarde tricolore della rivoluzione, ma ai loro posti da vogatori sono andati i forzati, i renitenti alla leva, gli indisciplinati: la galea si è trasformata, definitivamente , in galera.
La sezione dedicata al viaggio ai tempi delle galee e all’Arsenale della Repubblica di Genova si chiude con la rievocazione dell’arrivo a Genova dei forzieri d’argento condotti dalle galee genovesi dalla Spagna a Genova. Rimborsi con interesse dei prestiti dei patrizi genovesi, queste “rimesse” rappresentarono una straordinaria fonte di ricchezza, sulla quale i mercanti banchieri della città costruirono i loro palazzi e le loro ville.

Per maggiori informazioni visitate il sito del Galata Museo del Mare http:www.galatamuseodelmare.it



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