martedì 2 luglio 2013

Archeologia industriale e architetture contemporanee nel porto di Genova

Giovedì 4 luglio 2013, per il ciclo “Per mare, di Villa in Villa”, un’ora di navigazione con il commento di Giovanna Rosso del Brenna dell'Università degli Studi di Genova su Archeologia industriale e architetture contemporanee nel porto di Genova.   

Partenza da Camogli h 17.30 Rientro a Camogli h.20.30 € 20,00 
Partenza da Genova h 18.30 Rientro a Genova  h 19.30 c. € 15,00
Mini buffet offerto a bordo

Apre la V edizione della manifestazione “Per mare, di Villa in Villa”  la conferenza di Giovanna Rosso del Brenna, docente della Facoltà di Architettura di Genova, dedicata da un lato alle testimonianze di archeologia industriale di cui, grazie alla sua storia secolare, è ricco il porto di Genova, dall’altro alle nuove architetture che stanno creando un museo all’aperto di opere dei più affermati architetti contemporanei- Piano, Nouvel, Consuegra- e che sono soprattutto segno delle profonde trasformazioni in atto in questa fondamentale parte della città.  .
Partendo a bordo della motonave “Sagittario” della Società Trasporti Marittimi “Golfo Paradiso”, ancorata davanti al Baluardo, si costeggeranno moli, calate, ponti, fino a costeggiare la pista dell’aeroporto, a ponente, e i padiglioni della Fiera del Mare a levante.

Per motivi organizzativi è indispensabile prenotare presso
Soc. Battellieri “Golfo Paradiso” tel. 0185772091
   
Così Giovanna Rosso del Brenna anticipa il percorso e i punti su cui si soffermerà:

Il porto è il luogo più complesso ( e forse il più esaltante) della storia di Genova, dove  coabitano frammenti del passato, realizzazioni contemporanee  e iniziative e progetti rivolti al futuro : come conoscerlo, se non dal mare?

Partiamo dal Mandraccio - dove esisteva l’ insenatura naturale tutto è cominciato -   e  navighiamo nel Porto antico, che è il risultato del progetto di riconversione  ideato dall’arch. Renzo Piano per le celebrazioni colombiane del 1992 , realizzato tra il 1985 e il ‘92 con  successive “rifiniture”:
Osserviamo in Darsena un campionario di interventi architettonici sui vecchi magazzini dell’Ottocento: Galata (2004 arch. Guillermo Vasques Consuegra),  Facoltà di economia, Cembalo, Istituto Nautico.
Consideriamo il futuro di Ponte Parodi  e il meccanismo dei concorsi internazionali:
se nei casi precedenti la “filosofia” era intervenire sul costruito, qui le logiche  sembrano cambiate e per la sistemazione dell’area del grande silos degli anni ‘60 vince il concorso internazionale del 2001 Ben Van Berkel (con studio ad Amsterdam, Hong Kong e a Shanghai)  che ha la meglio  su altri  progetti più rispettosi dell’esistente e interpreti della morfologia “verticale” di Genova.
Superiamo l’Hennebique, il primo edificio in cemento armato costruito a Genova,  in attesa di recupero.
Scopriamo le due Stazioni Marittime, quasi contemporanee, ma così diverse- storicista  quella di ponte dei Mille, razionalista e neorazionalista quella di ponte Andrea Doria - e il nuovo Terminal Traghetti

Tutto cambia quando – attraverso il varco aperto  nel molo Galliera,  che ricorda nel nome il patrizio genovese che con la sua storica donazione rese possibili in tempi brevi i lavori di ampliamento e modernizzazione di fine Ottocento – usciamo dal vecchio porto: 
Da Calata Sanità, lungo i ponti a pettine di Sampierdarena dati in gestione a terminalisti privati – dove sono in corso i grandi riempimenti per la costruzione di banchine continue -  
fino alla pista dell’aeroporto
 Il presente e il futuro ci assalgono con un paesaggio in movimento di gigantesche gru, navi, containers,  di cui non è possibile percepire la (inquietante) bellezza.

Il ritorno “ a diritta”, lungo la Diga Foranea  ci offrirà un momento di calma , per raccogliere le idee e respirare :  fino alla  Fiera del mare,  e al Padiglione Blu dell’architetto Jean Nouvel. 

Poi costeggeremo  il Porticciolo Duca degli Abruzzi ( con la sede de Yacht Club Italiano), 
le  Riparazioni  Navali , i Bacini di carenaggio e  la vecchia sede dell’ “OARN” al molo Giano,
a calata Boccardo il  Langher Heinrich, l’ormai famosa gru galleggiante del 1915,  la prima attrezzatura portuale restaurata da un armatore privato e vincolata come bene culturale 
Calata Gadda con le Lavanderie Italia
I Magazzini del cotone.. 

e il viaggio nel tempo si chiude con l’approdo ai piedi dell’ultima a gru idraulica del porto vecchio, davanti al Baluardo da dove si era partiti  

Giovanna Rosso Del Brenna (Genova, 1942)
Storica dell’arte  (i suoi primi studi pubblicati riguardavano, nei lontani anni ‘70, gli affreschi del ‘500 nei palazzi genovesi e in particolare l’opera di Giovanni Battista Castello detto il Bergamasco), si è dedicata soprattutto alla storia della città, prima con Eugenio Battisti al Politecnico di Milano, poi  in Brasile ,  dove ha insegnato per molti anni all’Università  Cattolica  di Rio de Janeiro (PUCRJ),  coordinato un centro di studi e realizzato mostre, pubblicazioni  e convegni sulla storia urbana di Rio  e sul tema del trasferimento dei modelli urbani europei nell’America Latina.
Per questa attività culturale e scientifica le è stato conferito il titolo di cittadino onorario del Municipio di Rio de Janeiro.
Rientrata in Italia negli anni 90, ha coordinato a Milano presso il Dipartimento di Scienze del Territorio del Politecnico un programma interuniversitario di studi comparativi sulla città e il territorio in Europa e in America Latina, collaborando come visiting professor con le Facoltà di Architettura dell’Universidad Nacional di Buenos Aires, dell’Universidad de los Andes, Venezuela e  con il programma di Dottorato in “Historia del arte y de  la arquitectura en Iberoamérica”, dell’Universidad Pablo de Olavide, di Siviglia.
Dal 1998 svolge attività docente in Italia, come professore a contratto del corso di laurea in Conservazione dei Beni culturali  (fino al 2010) e delle scuole di Specializzazione in Storia dell’Arte dell’Università di Genova e dell’Università Cattolica di Milano.  
Attualmente insegna “Archeologia industriale” e “Storia delle arti decorative e industriali”  presso queste due università ed è  membro del collegio docente del Dottorato in Storia e Conservazione dei Beni culturali artistici e architettonici  diretto da Lauro Magnani;  ma non ha mai abbandonato del tutto  i suoi studi ”americani”.

E’ autore di  numerosi interventi in convegni internazionali  e di una  sessantina tra libri e articoli di storia dell’arte e storia della città.


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